“Da bambino ho iniziato a suonare, ma poi ho smesso perchè ero negato”, “All’esame di ammissione non mi hanno preso, perchè non avevo doti musicali”, “L’insegnante mi ha guardato le mani e mi ha consigliato un altro strumento, perchè avevo le dita troppo corte per il violino”, “Mio figlio ha studiato pianoforte per un anno, poi ha lasciato perdere perchè non aveva risultati”, “Mia figlia non è capace di suonare, non ha orecchio”…

quante volte avete sentito o pronunciato voi stessi frasi di questo tipo? Quante volte in ogni ambito, anche nello sport, nella scuola o nella vita quotidiana, avete pensato che vostro figlio non fosse in grado di imparare “perchè non era portato” o perchè non vedevate risultati?

Avete ragione: non sempre i risultati di apprendimento ci sono, ma vi dò una notizia: questo NON dipende dal bambino. E NON dipende dalla mancanza di “doti” o di “talento”.

Può capitare che un bambino non impari, che un allievo resti indietro, non stia al passo con gli altri, non acquisisca le competenze attese o addirittura peggiori, ma le ragioni sono quasi sempre le seguenti:

Dunque , io sono un’insegnante, ed insegno. Se non vi interessa che vostro figlio impari, portatelo in ludoteca, posto bellissimo ma mirato al gioco, non all’apprendimento.

Io insegno attraverso il gioco, il divertimento e la motivazione, ma con obiettivo di apprendimento…i bambini si divertono ed imparano senza saperlo, ma noi adulti siamo consapevoli che in realtà dietro allo studio dello strumento c’è ben di più.

Se un bambino non impara, in conclusione, talento, doti e capacità innate non hanno alcun ruolo, ma , come potete vedere, i fattori che entrano in gioco sono altri, e la responsabilità è sempre di noi adulti.

A mio parere, i piccoli meritano invece possibilità, opportunità ed occasioni di crescita, ma sta a noi offrirle loro ed incentivare nel modo migliore possibile il loro percorso di vita.