Da insegnante, leggo molti articoli ed opinioni controverse sui compiti delle vacanze : darli, non darli, proporre pause più o meno lunghe ecc…
Devo dire che, per quanto riguarda la scuola, penso che i compiti delle vacanze andrebbero limitati, perchè comunque i bambini hanno bisogno di riposarsi e staccare, e poi sarebbe auspicabile che l’apprendimento continuasse in qualsiasi luogo e contesto di vita del bambino, indipendentemente dalla programmazione e dalle materie scolastiche. Un bambino, infatti, può e dovrebbe avere la possibilità di imparare a qualunque età e sempre, dai genitori, dagli amici, dai libri di lettura e di svago, dal gioco, dai vaggi e dalle vacanze … tutto può essere apprendimento, che a mio parere è di gran lunga più importante rispetto allo studio sui libri ed all’imparare a memoria testi, esercizi e formulette.

Lo studio di uno strumento, invece, è un’altra storia. Per essere veramente appreso e consolidato, infatti, uno strumento necessita di un esercizio continuo, costante e giornaliero, che non conosce domeniche, pause o vacanze.
Bastano infatti solo un paio di giorni di pausa per dimenticare i brani imparati e per tornare indietro a livello tecnico, dovendo poi addirittura ricominciare quasi da zero se i giorni diventano settimane o, in estate, addirittura mesi.
Può sembrare un’affermazione forte o eccessiva, ma non la è. Qualunque mio allievo potrebbe testimoniare di quell’estate in cui si è “dimenticato” o non ha voluto studiare, ritrovandosi poi a settembre a non sapere neppure più tenere in mano il violino. E questo dà una sensazione di inadeguatezza, difficoltà e può portare ad una perdita di motivazione verso lo strumento e verso la musica.

L’estate, quindi, per chi suona uno strumento non dovrebbe “esistere” intesa come momento di stacco da tutto, ma dovrebbe invece rappresentare un’occasione per studiare e suonare ancora di più, non solo ripassando a livello tecnico il programma svolto, ma anche divertendosi a suonare, improvvisare, esibirsi per amici, parenti e persone con cui si è in vacanza, ed esplorare nuove opportunità, scegliendo pezzi nuovi, suonando ad orecchio, ed insomma coniugando lo studio serio ed accurato e la gioia di divertirsi e giocare con il proprio strumento, soprattutto da piccoli.
I miei allievi, e soprattutto i loro genitori, hanno capito perfettamente questa filosofia, e stanno trascorrendo un’estate in cui il violino fa parte delle vacanze, dei viaggi e del relax.
Lo portano al mare, in montagna, e si divertono a suonare ovunque

Nonostante lo studio a casa sia, per forza di cose, meno produttivo rispetto ad una lezione, perchè per i genitori è più difficile tenere sotto controllo tutti gli aspetti tecnici e musicali presenti nei brani, è comunque utilissimo e serve anche ai bambini per raggiungere gradualmente una maggiore consapevolezza del loro metodo di studio ed una maggiore autonomia nel lavoro a casa.
Certo, fino almeno ai 9-10 anni ,e talvolta anche più avanti, il grosso del lavoro spetta al genitore, però è importante che anche ai bambini siano chiari da subito gli obiettivi didattici da raggiungere e gli aspetti su cui lavorare, anche se, appunto, riuscire a svilupparli richiede tempo.
Ma, come ho già detto, d’estate a mio parere si possono anche trovare momenti per giocare con lo strumento.

I bambini possono scegliere brani a loro piacimento, anche canzoni o pezzi di musica leggera, ed impararli ad orecchio, perchè, grazie al lavoro svolto con il metodo Suzuki fin da piccoli, sono capaci di suonare con facilità qualsiasi brano ascoltino, riuscendo a riprodurre anche note in tonalità che non hanno ancora studiato oppure ad eseguire difficoltà tecniche nuove e talvolta molto elevate.

L’insegnamento “tradizionale” dello strumento vieterebbe di farlo, annientando la motivazione degli allievi nonchè la loro spontaneità e creatività, a me da bambina è successo varie volte e ne ho un bruttissimo ricordo, mi ero sentita svalutata e non compresa, e dopo qualche mese la mia motivazione nei confronti delle lezioni si era annullata completamente.

Nel caso dei miei allievi, invece, la cosa più bella è notare l’entusiasmo ed il divertimento associati a questo lavoro estivo, che non è mai un obbligo o un peso, ma rimane, grazie soprattutto alla motivazione dei genitori, piacevole e gratificante.
Perchè dopo tutto, va bene studiare tutti i giorni, ma senza dimenticare mai che la musica è gioia!!